giovedì 2 giugno 2016

La tomba del Profeta -pace e benedizione su di lui- dentro la moschea di Medina


Quando morì il Profeta -pace e benedizione su di lui, fu sepolto nella stanza di Aisha (r). Dopo due anni e mezzo vi fu interrato anche suo padre Abu Bakr (r).
‘Umar (r) provvide alla prima espansione della moschea profetica senza incorporare quella stanza con le due tombe.
Con il terzo ampliamento le sepolture entrarono nella moschea. Era il 94H, dopo il califfato ben guidato (al-khilafah ar-rashidah), all’epoca di al-Walid ibn Abdulmalik, che era succeduto al padre Abdulmalik ibn Marwan.
Il fatto fu disapprovato da diverse persone fra di loro Said ibn al-Musayyib (rh), uno dei migliori predecessori.

Fatwa di Ibn Baz a riguardo
Il Profeta -pace e benedizione su di lui- disse: «Allah ha maledetto gli ebrei e i cristiani per aver preso le tombe dei loro Profeti come moschee», unanime.
Da Aisha (r): «Umm Salama e Umm Habiba accennarono al Profeta -pace e benedizione su di lui- di aver visto in Abissinia una chiesa con delle figure. Egli -pace e benedizione su di lui- disse: “Quelli, quando moriva un uomo pio costruivano una moschea sopra la sua tomba e creavano quelle figure. Essi sono le creature più malvage presso Allah”», unanime.
Jundub ibn Abdullah al-Bajali disse: «Udii il Profeta -pace e benedizione su di lui- dire: “In verità, Allah mi ha preso per khalil (amico) come ha preso Abramo per khalil. Se dovessi prendere qualcuno per khalil prenderei Abu Bakr. Coloro che vi precedettero presero le tombe dei loro Profeti e dei loro pii per moschee e io vi lo impedisco”», Muslim.
Da Jabir (r): «Il Profeta -pace e benedizione su di lui- vietò di intonacare la tomba, di sedersi e di edificarvi sopra», Muslim.
Questi detti provano esplicitamente il divieto di costruire le moschee sopra le tombe e la maledizione per chi lo fa. Provano anche il divieto di costruire sopra le tombe e di edificarvi delle cupole, perché è uno dei mezzi che porta al politeismo e all’adorazione dei morti all’infuori di Allah, come successe in antichità e succede ancora oggi.
Il dovere dei musulmani quindi è di fare attenzione al divieto del Profeta -pace e benedizione su di lui- e non lasciarsi trarre in inganno da quello che la maggior parte della gente commette.
Il credente cerca sempre la verità e la acquisisce quando è alla sua portata.
La verità si riconosce con le prove tratte dal Corano e dalla Sunna e non dai pareri e dall’agire delle persone.
Il Profeta -pace e benedizione su di lui- e i suoi due compagni [Abu Bakr (r) e ‘Umar (r)] non furono sepolti nella moschea, ma nella stanza di Aisha (r). Quando la moschea fu allargata la stanza entrò a far parte della moschea già nel primo secolo.
Questa non si considera sepoltura nella moschea, perché il Profeta -pace e benedizione su di lui- e i suoi due compagni non vi furono trasportati ma la stanza fu aggiunta alla moschea a causa dell’ampliamento. Quindi non è una prova che permette di costruire sopra le tombe o di costruire moschee sopra le tombe o di seppellire nelle moschee.
L’opera di al-Walid ibn Abdulmalik non contiene alcuna contraddizione con la Sunna.
E Allah è il Patrono del successo.
Traduzione a cura di Islamiqra
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