domenica 29 novembre 2015

La pratica come mezzo di salvezza

Abu Huraira riferì: Il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse: "In verità, ci troviamo in un momento in cui chi di voi lascia un decimo di quello che è stato comandato sarà rovinato nell'Aldilà. Poi verrà un tempo in cui chi di voi praticherà un decimo di quello che è stato comandato sarà salvato ".
 
Fonte: Sunan At-Tirmidhi 2267
 
Grado: Sahih (autentico) secondo Al-Albani
 
عن أبي هريرة عن النبي صلى الله عليه وسلم قال إنكم في زمان من ترك منكم عشر ما أمر به هلك ثم يأتي زمان من عمل منكم بعشر ما أمر به نجا
 
2267 سنن الترمذي كتاب الفتن عن رسول الله صلى الله عليه وسلم باب ما جاء في النهي عن سب الرياح
 
2267 المحدث الألباني خلاصة حكم المحدث صحيح في صحيح الترمذي

l'umiltà è il miglior atto di adorazione

Ibn Al-Mubarak ha riferito: Aisha, che Allah sia soddisfatto di lei, disse: "In verità, si sta trascurando il migliore atto d'adorazione: L'umiltà"
 
Fonte: Az-Zuhd war Riqa'iq 391
 
Grado: Hasan (buono) secondo Ibn Hajar
 
عن ابن المبارك عن عائشة رضي الله عنها قالت إنكم لتغفلون أفضل العبادة التواضع




  391 الزهد والرقائق لابن المبارك

96 المحدث ابن حجر العسقلاني خلاصة حكم المحدث حسن غريب اختلف فيه على ابن المبارك والمشهور عنه موقوفا في الأمالي المطلقة

Attenzione alle prove

Jubair ibn Nufair ha riportato: sono entrato nella casa di Abu ad-Darda, e lo vidi mentre era in piedi in preghiera. Quando si sedette, cominciò a recitare con fervore la testimonianza di fede e cominciò a cercare rifugio in Allah dall'ipocrisia. Dopo aver finito, gli chiesi: "Che Allah ti perdoni, o Abu Ad-Darda! Cosa c'è tra te e l'ipocrisia? " e Abu ad-Darda rispose, "O Allah, il vostro perdono! Chi è al sicuro dalla prova? Chi è al sicuro dalla prova? Chi è al sicuro dalla prova? Per Allah, un uomo potrebbe essere messo alla prova solo per un'ora e a causa di ciò allontanarsi dalla sua religione. "
 
Fonte: Shu'ab al-iman 822
 
عن جبير بن نفير قال دخلت على أبي الدرداء منزله بحمص فإذا هو قائم يصلي في مسجده فلما جلس يتشهد جعل يتعوذ بالله من النفاق فلما انصرف قلت غفر الله لك يا أبا الدرداء ما أنت والنفاق قال اللهم غفرا ثلاثا من يأمن البلاء من يأمن البلاء والله إن الرجل ليفتتن في ساعة فينقلب عن دينه
822 شعب الإيمان للبيهقي الحادي عشر من شعب الإيمان

rompere le ossa di un musulmano

Malik ha riferito: Aisha la moglie del Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse, "Rompere le ossa di un musulmano morto è come romperle quando egli è vivo." 

Fonte: Muwatta 557

Grado: Sahih (autentico) secondo Al-Albani

عن مالك أنه بلغه أن عائشة زوج النبي صلى الله عليه وسلم كانت تقول كسر عظم المسلم ميتا ككسره وهو حي
557 موطأ مالك رواية يحيى الليثي كتاب الجنائز

lunedì 23 novembre 2015

i segni dell'ora

Abu Huraira ha riferito: Il Profeta, pace e benedizioni su di lui, disse: "Il tempo passerà velocemente, le buone azioni diminuiranno, l'avarizia aumenterà, appariranno afflizioni, e ci sarà molto sconvolgimento." Hanno detto, "O Messaggero di Allah, che cos'è lo sconvolgimento? "Il Profeta disse:" Le Uccisioni! Le Uccisioni! "

Fonte: Sahih Bukhari 6652

Grado: Sahih (autentico) secondo Al-Bukhari

عن أبي هريرة عن النبي صلى الله عليه وسلم قال يتقارب الزمان وينقص العمل ويلقى الشح وتظهر الفتن ويكثر الهرج قالوا يا رسول الله أيم هو قال القتل القتل

6652 صحيح البخاري كتاب الفتن باب ظهور الفتن

giovedì 12 novembre 2015

Il racconto del ragazzino e di coloro che furono gettati nel fuoco


Da Sohayb, il Profeta -pace e benedizione su di lui- disse: «Prima di voi c’era un re e aveva un mago, che quando divenne anziano gli disse: "Ormai sono vecchio e la mia ora sta per arrivare, perciò portami un ragazzino che gli insegnerò la magia".
Glielo mandò e gli insegnava la magia. Andando dal mago, il ragazzino si fermava da un monaco e ascoltava i suoi discorsi che gli piacevano.
Quando arrivava dal mago, quello lo picchiava e gli diceva: "Perché sei in ritardo?" e lo stesso, quando ritornava a casa, lo picchiavano e gli dicevano: "Perché sei in ritardo?"
Andò a lamentarsi dal monaco che gli disse: "Quando il mago vuol picchiarti, digli: ‘Mi trattengono a casa’, e quando ritorni a casa, di’ loro: ‘È il mago che mi trattiene’".
Un giorno, mentre camminava, vide una grande bestia furiosa che non lasciava passare la gente, allora disse: "Oggi saprò se l’impresa del monaco o quella del mago è la più amata da Allah". Prese un sasso e disse: "Oh Allah! se ami e sei più soddisfatto dell’impresa del monaco che di quella del mago, uccidi quest’animale così la gente riesce a attraversare". Lo colpì, lo uccise e la gente passò.
Lo raccontò al monaco che gli disse: "Figliolo! Sei migliore di me, sarai messo alla prova, quando succederà non parlare di me a nessuno".
Il ragazzino guariva il cieco, il lebbroso e tutte le malattie. Il re aveva un amico, colpito da cecità. Sentì del ragazzino e andò da lui con tanti regali. Gli disse: "Fammi guarire e avrai tutto questo", gli rispose: "Non guarisco nessuno, è Allah Ta'ala che guarisce. Se credi in Lui, Lo invocherò per la tua guarigione". Credette e invocò Allah che lo guarì.
Tornato dal re, si sedette nel solito posto, allora il re gli chiese: "Oh tu! Chi ti ha restituito la vista?" Rispose: "Il mio Signore", chiese: "Parli di me?" Rispose: "Il mio Signore e il tuo è Allah", gli chiese: "Ma tu hai un Dio all’infuori di me?" Rispose: "Sì! Il mio Dio e il tuo è Allah".
Allora lo mise sotto tortura finché gli indicò il ragazzino. Lo fece cercare e gli disse: "Figliolo! La tua magia ti permette di guarire il cieco, il lebbroso e altre malattie.", disse: "Io non guarisco nessuno, ma è Allah Ta'ala che guarisce", chiese: "Parli di me?", rispose: "No", chiese: "Ma tu hai un Dio all’infuori di me?" rispose: "Il mio Dio e il tuo è Allah", allora lo torturò finché gli indicò il monaco.
Quando glielo portarono gli disse: "Abbandona la tua religione", ma il monaco rifiutò, così gli fece tagliare la testa e il corpo in due con la sega. Disse al[l’ex] cieco: "Abbandona la tua religione", ma quello rifiutò, così gli fece tagliare la testa e il corpo in due con la sega. Poi al ragazzino: "Abbandona la tua religione", rifiutò anche lui, allora incaricò i suoi uomini di portarlo su una certa montagna: "Quando raggiungerete la cima, ordinategli di abbandonare la sua religione altrimenti buttatelo giù!". Quando arrivarono, [il ragazzino] disse: "Oh Allah! preservami da loro nel modo che vuoi", la montagna sussultò e precipitarono tutti.
Il ragazzino tornò dal re che gli chiese: "Dove sono i tuoi accompagnatori?" Rispose: "Allah Ta'ala mi ha protetto da loro". Di nuovo lo mandò con altri su una nave e disse: "Quando sarete in mezzo al mare, ordinategli di abbandonare la sua religione altrimenti fatelo annegare". Arrivati in mezzo al mare, il ragazzino invocò: "Oh Allah! preservami da loro nel modo che vuoi". Annegarono tutti.
Il ragazzino ritornò dal re che gli chiese: "Dove sono i tuoi accompagnatori?" Rispose: "Allah Ta'ala mi ha protetto da loro", poi disse al re: "In verità non riuscirai ad uccidermi se non farai quello che ti ordino di fare. Se farai quel che ti ordino mi ucciderai, altrimenti non riuscirai a farlo", chiese: "E cosa devo fare?" Rispose: "Raduna la gente in un unico luogo, poi mi crocifiggi ad un tronco, prendi una freccia dalla mia faretra e di’: ‘In nome di Allah, il Dio di questo ragazzino’. Se lo fai, riuscirai ad uccidermi".
Il re lo fece, mise la freccia nell’arco poi la lanciò dicendo: “In nome di Allah, il Dio di questo ragazzino”. Fu colpito alla tempia, vi mise la mano e morì. La gente disse: "Crediamo nel Dio del ragazzino", e al re: "Hai visto? Quello che temevi ecco che, per Allah, è successo; tutta la gente crede [nel Dio del ragazzino]".
Il re ordinò di scavare dei fossati all’incrocio delle strade con dei fuochi e disse: "Chi abbandona la sua religione lasciatelo andare altrimenti gettatelo dentro al fuoco. Allora la gente cadeva nel fuoco. Poi toccò a una donna che allattava il suo piccolo, esitava ma il neonato le disse: "Abbi pazienza mamma, sei sulla [via della] verità"», narr. Ahmed e Muslim.
Così Dhu Nawwas uccise in una mattina ventimila persone. Si salvò solo un uomo (Daws Dhu Tha’laban) che fuggì. Lo inseguirono ma non riuscirono a prenderlo. Andò da Cesare, re del Siam, che scrisse a Negus, re dell’Abissinia, che mandò assieme a lui un esercito di cristiani abissini guidato da Aryat e Abrahah. Salvarono lo Yemen dalle mani degli ebrei.
Dhu Nawwas morì annegato nel mare. Il regno dell’Abissinia rimase nelle mani dei cristiani per altri settanta anni.

Riflessioni dal racconto del ragazzino e di coloro che furono gettati nel fuoco:

1. L’eroe del racconto è un ragazzino. Questo dovrebbe attirare la nostra attenzione sulla cura e sull’interesse verso i nostri bambini. Sono gli uomini di domani, quindi bisogna istruirli man mano che crescono. L’educazione è un’opera di costruzione fino a raggiungere la completezza e la perfezione.
2. Le parole del monaco: «Figliolo! Sei migliore di me ..», una considerazione importante non praticata da secoli: il riconoscimento dell’insegnante che il suo allievo è migliore di lui.
I complimenti dell’insegnante all’allievo contengono due concetti importanti:
a- la modestia dell’insegnante,
b- la società non migliorerà se l’allievo si limita ad imitare il suo insegnante in tutto.
Disse lo studioso Muhammad 'Ali at-Tantawi (rh): «La causa dell’immobilità della scienza è la mancanza di incoraggiamento». E non c’è incoraggiamento migliore dell’elogio dell’insegnante all’allievo e del riconoscimento dei suoi sforzi.
Anche il Profeta -pace e benedizione su di lui- usava incoraggiare. Disse: «Il miglior recitatore è Ubey e il migliore conoscitore della legislazione è Zayd».
Questa utilità è importante in tutti i settori, così l’allievo comincia da dove è arrivato il suo insegnante e contribuisce a costruire la casa dell’Islam.
3. Il ricorso sincero ad Allah Ta'ala, la maniera di invocarLo e la fiducia nell’esaudimento.
Il ragazzino diceva: «Oh Allah! preservami da loro nel modo che vuoi», fiducia assoluta senza chiedere il modo e lo strumento della salvezza.
Strumento e modalità di salvezza non come l’uomo pianifica, ma come Allah Ta'ala desidera. All’uomo tocca solo la buona opinione su Allah e la fiducia nei Suoi strumenti.
4. L’insistenza nel divulgare la religione di Allah Ta'ala. Quando si salvò il ragazzino ritornò dal re la prima volta, la seconda .. senza cercare di sfuggirgli.
Ogni volta ritornò dal re oppressore, perché sentiva la responsabilità di trasmettere il messaggio divino e doveva portarla a termine. Ritornò una volta dopo l’altra per insegnarci una straordinaria lezione, quella della perseveranza nella da’wah, nel mostrare la verità e sfidare la falsità.
5. È importante che tutti professino il principio sano. Il ragazzino chiese al re di radunare la gente in un unico luogo.
Quando prevale la religione sana e la gente la professa, nulla può distruggerla.
Infatti l’Islam fu professato da tutti, non solo dagli intellettuali ma da chiunque, in casa e nella propria condotta.
6. Il vero significato del trionfo. Il ragazzino -migliore di tanti uomini della nostra comunità- ci mostra che il trionfo non è personale ma è il trionfo della religione. Infatti il ragazzino mostrò al re come ucciderlo.
7. La saldezza nella verità quando la religione prevale. La mostrò il neonato che disse a sua madre: «Abbi pazienza mamma, sei sulla [via della] verità».
La qualità della saldezza nei principi è una delle più importanti che ogni musulmano deve avere soprattutto in un’epoca in cui l’uomo, con facilità, svende la sua religione per un interesse materiale.
Il Profeta -pace e benedizione su di lui- disse: «.. al mattino l’uomo è credente ma poi la sera diventa miscredente, e alla sera è credente ma poi al mattino diventa miscredente. Svende la sua religione per un interesse mondano».


Traduzione a cura di Islamiqra

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martedì 10 novembre 2015

La battaglia del cammello (waq’at al-jamal) – 36 H. / 658 d.C.

Abou Elkassim Britel

La battaglia del cammello (waq’at al-jamal) – 36 H. / 658 d.C.
Questo evento fu trattato da diversi storici, musulmani e no, persone affidabili e no, opportunisti e no.
Qui riportiamo la storia conforme alla nostra dottrina sui compagni del Profeta -pace e benedizione su di lui. È da leggere anche se è lunga poiché è bene conoscerla meglio e tutta.
Il motivo principale di questa battaglia fu l’assassinio di ‘Uthman (r).
‘Uthman (r) sapeva con certezza che sarebbe stato ucciso da martire. Fu il Profeta -pace e benedizione su di lui- a dirglielo:
1. Quando il monte di Uhud si mosse, c’erano il Profeta -pace e benedizione su di lui, Abu Bakr (r), ‘Umar (r) e ‘Uthman (r). Il Profeta -pace e benedizione su di lui- disse: «Fermati Uhud! Sopra di te ci stanno un Profeta, un veritiero e due martiri», sahih.
2. Quando il Profeta -pace e benedizione su di lui- stava sul monte Hiraa’ assieme a Abu Bakr (r), ‘Umar (r), ‘Uthman (r), ‘Ali (r), Talha (r) e az-Zubeir (r) e quello si mosse, disse: «Fermati! Sopra di te ci sta un Profeta, o un veritiero, o un martire», sahih.
3. Abu Musa al-Ash’ari (r) disse: «Il Profeta -pace e benedizione su di lui- entrò in una fattoria e mi ordinò di stare di guardia alla porta. Venne un uomo e chiese il permesso [di entrare], allora [andai dal Profeta -pace e benedizione su di lui- che] gli permise d’entrare. Mi disse: “Fallo entrare e dagli la lieta novella del Paradiso”, [l’uomo] era Abu Bakr. Poi venne un altro e chiese il permesso [di entrare], allora [andai dal Profeta -pace e benedizione su di lui- che] gli permise d’entrare. Mi disse: “Fallo entrare e dagli la lieta novella del Paradiso”, [l’uomo] era ‘Umar ibn al-Khattab. Poi venne un altro e chiese permesso [di entrare], il Profeta -pace e benedizione su di lui- rimase in silenzio per un attimo poi disse: “Fallo entrare e dagli la lieta novella del Paradiso a causa di un’avversità che lo colpirà”, [l’uomo] era 'Uthman ..», sahihayn.
4. Ibn ‘Umar (r2) disse: «Il Profeta -pace e benedizione su di lui- menzionò una fitnah. In quel momento passò un uomo e il Profeta -pace e benedizione su di lui- disse: “Quell’uomo coperto sarà ucciso ingiustamente”, allora lo osservai ed era ‘Uthman ibn ‘Affan», Ahmed.
Quindi ‘Uthman si aspettava di essere ucciso, ne erano certi anche coloro che l’avevano sentito dire dal Profeta -pace e benedizione su di lui.
All’epoca di ‘Uthman (r) le fitan erano numerose a Medina. Lì vivevano persone di ogni genere: beduini, schiavi e i seguaci di Abdullah ibn Saba’.
Abdullah ibn Saba’ era un ebreo convertito all’Islam per distruggerlo dall’interno.
‘Uthman (r) fu assediato in casa sua e gli fu impedito di prendere l’acqua dal pozzo che lui stesso aveva acquistato per i musulmani.
I compagni del Profeta -pace e benedizione su di lui- non l’abbandonarono. Anzi mandarono i loro figli per difenderlo e per proteggerlo. Andarono Abdullah ibn ‘Umar, poi Abdullah ibn az-Zubeir, poi al-Hasan ibn ‘Ali, poi al-Huseyn ibn ‘Ali e altri figli dei compagni.
Ma ogni volta che uno andava per sostenerlo e difenderlo da quegli sfrontati, 'Uthman ordinava: «Chi mi deve obbedienza rimetta la propria spada nel fodero e ritorni a casa sua».
Sapeva che sarebbe stato ucciso e non voleva la morte di altri musulmani!
Inoltre, c’erano tanti attaccabrighe a Medina [non medinesi], quindi se fosse scoppiato un combattimento tantissimi Sahaba (r) sarebbero stati uccisi.
'Uthman (r), con grande pazienza e accettazione, volle sacrificare se stesso invece degli altri. Fu assassinato e morì martire, soddisfatto del decreto divino.
Dopo la sua morte, i musulmani volevano giurare fedeltà (al-bay’ah) ad ‘Ali (r).
Muhammad ibn al-Hanafiyya [figlio di 'Ali (r) ma non di Fatima (r)] disse: «Quando 'Uthman (r) fu ucciso, ero con mio padre. Entrò in casa e vennero da lui i compagni del Profeta -pace e benedizione su di lui- e gli dissero: “Il califfo è stato ucciso e la gente ha bisogno di un califfo e non c’è nessuno meritevole di questo incarico quanto te. Quindi permettici di farti al-bay’ah”, rispose: “No, essere un consigliere è meglio che essere un califfo”. Dissero: “Giuriamo con Allah che non ti lasciamo finché non ti avremo dato al-bay’ah”, rispose: “Allora avverrà in moschea. Tutti i musulmani devono acconsentire, darmi al-bay’ah non deve essere cosa segreta”. Andò alla moschea e gli fu fatta al-bay’ah da parte di al-Muhajirin e di al-Ansar, e poi da tutti i musulmani», At-Tabari.
‘Ali (r) era diventato il califfo .. Medina bolliva di fitan .. gli assassini di 'Uthman erano in Medina ed erano forti, e in quelle condizioni ‘Ali non poteva condannarli.
Dopo al-bay’ah si recarono da lui Talha (r) e az-Zubeir (r) con un gruppo di compagni del Profeta -pace e benedizione su di lui- e gli dissero: «Abbiamo condizionato al-bay’ah all’applicazione delle condanne e quella gente è complice nell’uccisione di quell’uomo». ‘Ali (r) disse loro: «Oh fratelli, giuro con Allah che sono consapevole di quel che sapete, ma come faccio? È gente che ci circonda e non siamo noi a circondarla. I vostri schiavi sono dalla loro parte, i vostri vicini beduini anche. Sono capaci di fare di voi quel che vogliono. Trovate quindi che sia il momento di poterli condannare?», risposero: «No», disse: «Giuro con Allah che sarò con voi se scegliete una [altra] soluzione, in sha Allah», narr. At-Tabari.
‘Ali (r) desiderava soprattutto lasciar calmare le acque. A quel punto sarebbero venuti i parenti della vittima, [convocati i testimoni,] poi i colpevoli sarebbero stati condannati con un processo legale.
‘Ali (r) non voleva che accadesse qualcosa di peggiore e di inaspettato. Rasserenare gli animi era il modo migliore per disperdere il potere degli assassini, seguiti dagli schiavi e dai beduini, per poi catturarli uno per uno e punirli.
Infatti ‘Ali (r) uscì e disse alla gente: «Non è sotto la mia protezione lo schiavo che non ritorna dai suoi padroni», intendeva rendere lecito il sangue di chi non fosse ritornato.
Dopo tre giorni ‘Ali annunciò agli abitanti di Medina: «Oh gente, allontanate i beduini», e disse: «Oh voi beduini, ritornate nelle vostre terre». Ma né gli schiavi né i beduini se ne andarono.
Nel frattempo Talha e az-Zubeir non erano contenti della situazione. Il potere degli omicidi continuava a crescere. Andarono da ‘Ali per suggerirgli una soluzione.
Talha disse ad 'Ali: «Lasciami andare a Bassora e ritornerò di sorpresa con un esercito», e az-Zubeir disse: «Lasciami andare ad al-Kufa e ritornerò di sorpresa con un esercito», intendevano poi attaccarli e arrestarli per condannarli.
'Ali (r) rispose: «No, lasciatemi riflettere», ma non diede risposta e non accettò i loro suggerimenti, perché temeva lo scoppio di una guerra civile nella città sacra del Profeta -pace e benedizione su di lui.
Erano ormai trascorsi 4 mesi dall’uccisione di 'Uthman (r) e gli assassini non erano ancora stati condannati. Era duro per i Sahaba (r), nessuno accettava l’uccisione del califfo e si sentivano colpevoli.
Talha (r) e az-Zubeir (r) andarono da 'Ali (r): «Permettici di uscire da Medina», disse: «Cerco di rinviare questo evento più che si può. L’ultima cura sarà la cauterizzazione».
I seguaci di Abdullah ibn Saba’ erano potenti e non c’era speranza di condannarli, perciò az-Zubeir e Talha uscirono da Medina per sollecitare i musulmani e tutta la Ummah delle diverse città a reclamare gli assassini di 'Uthman (r). Secondo loro era il giusto agire per fare giustizia, i criminali non avrebbero potuto ribellarsi a tutta la Ummah.
A Mecca, dove risiedevano le madri dei credenti, andarono da Aisha (r) per sollecitarla ad incitare con loro i musulmani che l’avrebbero ascoltata. Anche la madre dei credenti Hafsa (r) voleva accompagnare Aisha ma [suo fratello] Abdullah ibn ‘Umar glielo impedì. Così si scusò con Aisha perché non poteva disobbedirgli.
Aisha (r) voleva andare a Medina, ma az-Zubeir [il marito di sua sorella Asmaa’ (r)] le disse: «No, vieni con noi a Bassora e sollecita i musulmani come li hai sollecitati a Mecca, poi torni a Mecca. Se quel che cerchiamo sarà un bene, al hamduli Allah. Altrimenti cerchiamo di rinviare questo evento finché si può». Aisha (r) era d’accordo e partì con loro per Bassora.
Durante il viaggio successe qualcosa che stava per farla ritornare sui suoi passi.
Qeys ibn Abu Hazim raccontò: «Quando Aisha raggiunse la tribù di Banu ‘Amir, i cani abbaiarono, allora Aisha chiese: “Che tribù è questa?”, risposero: “La tribù di al-Haw’ab”, disse: “Credo che tornerò indietro!”, alcuni le dissero: “Invece continui [il viaggio con noi] così i musulmani ti vedono e sarà l’occasione in cui Allah riconcilia le persone”, Aisha disse: “Ho sentito il Profeta -pace e benedizione su di lui- dire: «Contro quale di voi [mogli mie] abbaieranno i cani di al-Haw’ab?»”. Az-Zubeir le disse: “Invece continui che, con la tua partecipazione, Allah concilierà i musulmani”», narr. Ahmed, ibn Hibban ed altri.
Era convinta di questo sforzo (ijtihad). Essere causa di riconciliazione dei musulmani è un bene immenso senz’altro, mentre la dispersione è un male.
'Ali (r) era molto preoccupato per la partenza di Talha e az-Zubeir con Aisha (r) per Bassora. Temeva che sarebbero entrati in Medina con un esercito enorme provocando tante vittime in città.
Decise quindi di raggiungerli nella speranza di spegnere la fiamma prima che diventasse un incendio.
Giunse ad un luogo detto Dhu-qaar. Mandò al-Qa’qaa’ ibn ‘Amir (r) e gli disse: «Vai da quei due e invitali alla conciliazione, all’unità e mostra loro quanto è grave la divisione».
Al-Qa’qaa’ (r) partì per Bassora e cominciò da Aisha (r). Entrò da lei e disse: «Oh madre, cosa ti ha portato in questa terra?», rispose: «Figliolo, la conciliazione fra i musulmani», le disse: «Madre, convoca Talha e az-Zubeir e ascolta le mie parole e le loro».
Li convocò e al-Qa’qaa’ disse: «In verità, avevo chiesto alla madre dei credenti: “Cosa ti ha portato in questa terra?”, mi ha risposto: “La conciliazione fra i musulmani”, cosa ne dite voi? siete d’accordo o no?», risposero: «Siamo senz’altro d’accordo».
Allora al-Qa’qaa’ chiese: «Ditemi che conciliazione volete, se è accettabile la facciamo e se non lo è non sarà fatta», risposero: «Il sangue di 'Uthman, se questo caso venisse abbandonato sarebbe l’abbandono del Corano e se venisse risolto sarebbe dar vita al Corano».
Gli assassini di 'Uthman (r) erano di diversi paesi: Bassora, Egitto, beduini e al-Kufa, e di diverse tribù: Mudar, Rabi’ah, Yemen.
Allora al-Qa’qaa’ disse: «Supponiamo che abbiate giustiziato [tutti] gli assassini di 'Uthman, avete già ucciso 600 loro complici a Bassora, ma sapete che 6000 si sono schierati in loro favore? ..»
Il fatto che non ci fosse la sentenza di un tribunale a seguito di un regolare processo, aveva provocato quella reazione.
Al-Qa’qaa’ continuò: « .. e avete inseguito quello che vi è scappato, e come avete visto, 6000 l’hanno protetto!»
Allora Aisha gli chiese: «Cosa proponi?», rispose: «[Intanto] il rimedio in questa situazione è la calma. Quando regnerà la tranquillità, li prenderemo uno per uno ..», poi disse: «.. se ci fate al-bay’ah, sarà un segno di bene, un augurio di misericordia. Finiremo per condannare gli assassini di 'Uthman e la Ummah sarà risparmiata. Se voi rifiutate e vi opponete, sarà un cattivo segno e non riusciremo a processarli. Siate quindi delle chiavi per il bene come prima. Non mi fate subire l’avversione e non la fate subire a voi stessi, che ci distruggerebbe insieme a voi. Giuro con Allah, vi sto parlando di questa faccenda e temo non finirà [come dovrebbe finire] finché Allah prenderà ciò che vuole da questa Ummah .. una Ummah che è diventata poco devota e che ne sta subendo le conseguenze».
Risposero: «Hai ragione e il tuo discorso è profondo. Vai da 'Ali e sappi che se accetterà il tuo parere, stringeremo la conciliazione».
Così al-Qa’qaa’ partì per informare 'Ali del parere di Talha, az-Zubeir e Aisha.
Nel frattempo, partirono delle delegazioni da Bassora per informare 'Ali che la gente voleva la conciliazione e che nessuno pensava al combattimento.
Dopo che al-Qa’qaa’ ebbe parlato con 'Ali dell’accordo, egli spedì due uomini per assicurarsi delle sue parole. I due tornarono e confermarono ad 'Ali (r) che la gente desiderava la conciliazione e che le cose stavano esattamente come detto da al-Qa’qaa’.
'Ali era contento ed era un buon augurio anche per tutta la gente. A quel punto decise di spostarsi da Dhu-qaar a Bassora con l’esercito.
Sia nell’esercito di 'Ali che in quello di Talha (r), az-Zubeir (r) e Aisha (r) tanti erano convinti della conciliazione.
I due eserciti si incontrarono. I combattenti di Mudar si accamparono vicino ai loro compaesani dell’altro esercito, quelli di Rabi’ah vicino ai loro e lo stesso gli yemeniti. Gli uni andavano dagli altri, avanti e indietro, d’accordo sull’armistizio senza alcuna intenzione di combattimento.
'Ali incontrò Talha e az-Zubeir, parlarono di nuovo e si confermarono reciprocamente le parole dei loro messaggeri.
Ognuno mandò la notizia della conciliazione ai comandanti dei due eserciti. Tutti erano soddisfatti e di buon umore.
Prima di ripartire per Medina, 'Ali (r) tenne un discorso dicendo: «Domani ce ne andremo. Chiunque sia stato complice in qualunque modo nell’uccisione di 'Uthman, non venga con noi».
Di notte, la gente era contenta e allegra, invece i cospiratori passarono la peggiore notte in assoluto. La conciliazione non era loro favorevole. Vegliarono tutta la notte per consultarsi, dissero gli uni agli altri: «La gente ha stretto il patto di conciliazione. Sono tutti contro di noi. La conciliazione sarà la causa della nostra rovina».
Così durante la notte pianificarono un piano così diabolico, che nemmeno Iblis …
A notte fonda gli infiltrati fra i Mudar presero ad uccidere i compaesani del loro stesso esercito. Lo stesso fecero quelli di Rabi’ah e gli yemeniti. Questo avvenne in entrambi eserciti.
Fu così che i membri di ognuno dei due eserciti credettero che gli altri avessero violato il patto!
Fu così che si accese il combattimento!
Talha e az-Zubeir cercarono di calmare gli animi per evitare la rovina, ma nessuno dava loro ascolto. Talha urlava dicendo: «Oh gente! .. oh gente!», quando vide che non c’era nulla da fare, perse la speranza: «Uff! Mosche avide e insetti da fuoco!».
Nell’altro esercito, 'Ali chiedeva: «Cosa sta succedendo?», risposero: «Ci hanno attaccato all’improvviso!».
Nel frattempo, Ka’b ibn Soor (r) andò da Aisha (r) e le disse: «Vai a prestare soccorso, non c’è niente da fare, vogliono solo il combattimento!»
Aisha (r) salì nel suo palanchino (al-hawdaj) e arrivò lì vicino, cercò di parlare con la gente, ma nessuno la ascoltava.
A quel punto Ka’b ibn Soor (r) si mise fra i due eserciti con il Corano nella destra: «Oh gente, sono Ka’b ibn Soor, sono il giudice di Bassora. Ecco il Libro di Allah, seguite il Suo comando e la Sua pratica».
I congiurati lo sentirono e temettero che la gente gli desse retta, così lo uccisero con il Corano in mano -che Allah Ta'ala sia immensamente compiaciuto di lui-.
Poi s’indirizzarono verso il cammello di Aisha (r) per ucciderla. Scagliarono delle frecce contro il suo palanchino.
Aisha (r) non aveva mai immaginato che nella comunità di suo marito -pace e benedizione su di lui- qualcuno si accordasse con altri per ucciderla. Uccidere la madre dei credenti, la loro madre! Aisha (r) desiderava solo la conciliazione fra i musulmani.
Allora cominciò (r) ad esortare: «Oh figli miei, Allah! .. Allah! Ricordate Allah .. ricordate il Giorno del Rendiconto», ma nessuno le dava retta!
Così invocò: «Oh Allah, maledici gli assassini di 'Uthman e i loro partigiani», e gli abitanti di Bassora ripeterono: «Oh Allah, maledici gli assassini di 'Uthman e i loro partigiani», finché divenne un coro che 'Ali sentì stando nell’altro esercito.
'Ali chiese: «Di chi è questa voce?», risposero: «Aisha e gli abitanti di Bassora maledicono gli assassini di 'Uthman».
E 'Ali disse: «Anch’io maledico gli assassini di 'Uthman: Oh Allah, maledici gli assassini di 'Uthman e i loro partigiani! che Allah li maledica in pianura e in montagna».
Il combattimento ormai era in corso e molto acceso. La conciliazione dimenticata e nessuno poteva fare niente e agire in altro modo.
Aisha (r) divenne il bersaglio. Il suo palanchino colpito dalle frecce era simile ad un riccio.
L’esercito di Bassora circondava Aisha (r) per proteggerla e il combattimento ai piedi del suo cammello era al culmine.
Chiunque cercava di tenere la briglia del cammello veniva ucciso, un terrificante combattimento per chi cercava di proteggere e riparare la madre dei credenti.
Da lontano 'Ali si accorse che il combattimento non sarebbe terminato poiché la sua causa era lì presente. Era Aisha (r) in mezzo a tutti: quelli la volevano proteggere mentre quegli altri la volevano uccidere. Nessuno voleva fuggire lasciando Aisha (r) da sola.
Allora 'Ali chiamò un gruppo di uomini, fra di loro Muhammad ibn Abu Bakr, fratello di Aisha (r), e ordinò loro di tagliare le zampe del cammello.
Ci riuscirono, il cammello si sedette, e nella mischia il palanchino con Aisha (r) non fu più visibile, così riuscirono a portarla nell’accampamento al sicuro.
Appena Aisha fu in salvo, l’esercito di Bassora si ritirò. 'Ali ordinò di non inseguire chi scappava e di non uccidere i feriti. Il combattimento finalmente si spense.
Fra i primi ad essere uccisi Talha (r), az-Zubeir (r) e un gruppo di uomini devoti.
'Ali (r) volle vedere i caduti. Vide sia Talha (r) che az-Zubeir (r).
Si avvicinò a Talha (r), che aveva il volto a terra, lo girò, con la sua mano gli tolse la terra e [con grande rimpianto] disse: «Magari io fossi morto 20 anni fa!».
Aisha (r) rimpianse il giorno in cui era partita per Bassora, perché tanti caddero per causa sua.
Un giorno incontrando ibn ‘Umar gli disse: «Hai impedito a tua sorella di partire, perché non l’hai ordinato anche a me che sarei rimasta a Mecca?», rispose: «In verità, avevo visto un uomo che ti aveva convinta», parlava di az-Zubeir, suo cognato [marito di sua sorella Asmaa’].
Come abbiamo raccontato, l’intenzione dei Sahaba era solo quella di seminare il bene:
- 'Ali (r) voleva condannare gli assassini quando in città avesse regnato la calma e quindi con il minimo danno possibile.
- Talha (r) e az-Zubeir (r) volevano invece che la legge di Allah venisse applicata senza indugio poiché era già trascorsi 4 mesi senza nessuna reazione.

Traduzione a cura di Islamiqra
Link in arabo: https://www.youtube.com/watch?v=fYusl9PTEFo
Cari fratelli e nobilissime sorelle, facciamo attenzione!!!
Affermazioni come:
- Aisha fu contenta dell’uccisione di 'Uthman!
- Aisha insultava e diffamava 'Ali!
- Talha e az-Zubeir volevano uccidere 'Ali !…
non sono altro che menzogne, sforziamoci di conoscere meglio la nostra storia e non facciamoci trascinare in queste deviazioni. Che Allah Ta'ala ci guidi e ci perdoni.
Ricordiamo che i Sahabah hanno oltrepassato il ponte (as-sirat).
Già 'Uthman (r), 'Ali (r), Talha (r) e az-Zubeir (r) furono fra i dieci destinati al Paradiso secondo le nobili parole del nostro Profeta -pace e benedizione su di lui.
In più tutti i Sahabah sono elogiati in diversi punti del sublime Corano e il Profeta ci ha avvertito di non insultarli o usarli per i nostri fini.
Wa-l-hamdu liAllahi rabbi-l-alamin.

lunedì 2 novembre 2015

L'obbedienza ad Allah

Disse Malik ibn Dinar, che la misericordia di Allah sia su di lui... "Considera l'obbedienza ad Allah come un commercio di cui ti giungono i guadagni senza avere una merce" 
 
اتخذ طاعة الله تجارة
تأتيك الارباح من غير بضاعة

مالك ابن دينار رحمة الله عليه



http://library.islamweb.net/hadith/display_hbook.php?bk_no=527&pid=849469&hid=1021

Il commercio con Allah e i suoi risultati

Il commercio con Allah e i suoi risultati

Sapevi che 'Uthman ibn ‘Affan (r) è titolare di un conto corrente in una delle banche saudite?
E sapevi dell’albergo di 'Uthman ibn ‘Affan, quasi ultimato, vicino alla moschea profetica?
Non è una fantasia, è un racconto vero.
A Medina, dopo la migrazione e l’aumento della popolazione, crebbe il bisogno di acqua.
Rumah era il pozzo principale usato dei musulmani. Era di proprietà di un ebreo che se ne approfittava vendendo l’acqua .. anche a goccia!
Anche il Profeta -pace e benedizione su di lui- usava quel pozzo. Una volta vi sputò e l’acqua divenne potabile.
Il Profeta -pace e benedizione su di lui- un giorno chiese: «Chi compra il pozzo Rumah in cambio del Paradiso affinché i musulmani possano usarlo?».
Si fece avanti 'Uthman (r). Andò dall’ebreo e gli propose di comprare il suo pozzo. Quello rifiutò, allora 'Uthman (r) gli propose di comprarne la metà, così un giorno sarebbe toccato a lui e un giorno all’altro.
L’idea piacque all’ebreo. Sapeva che 'Uthman (r) era un commerciante in gamba, pensò che avrebbe alzato i prezzi e guadagnato di più.
Ma successe il contrario. La richiesta di acqua diminuì bruscamente: nessuno andava più a comprarla dall’ebreo!
Cercò la causa del calo e scoprì che 'Uthman (r) -per il volto di Allah Ta'ala- la cedeva gratis a tutti.
Quindi i musulmani si servivano dell’acqua solo nel giorno di 'Uthman (r)!
L’ebreo colpito dalla perdita andò da 'Uthman (r) e gli propose di comprare l’altra metà.
Accettò e pagò 20.000 (o 35.000) dirham [un dirham vale 1 euro].
'Uthman (r) rese il pozzo Rumah un lascito per tutti i musulmani.
Un giorno un compagno (Sahabi) gli propose di venderglielo al doppio del prezzo versato all’ebreo.
'Uthman (r) rispose: «C’è chi ha dato di più!», disse l’altro: «Ti do il triplo!», «C’è chi ha dato di più!», e lo ripeté fino a proporgli nove volte il prezzo versato.
«C’è chi ha dato di più!», allora il compagno si stupì e chiese: «Non c’è nessun concorrente, chi allora ti ha dato di più?», rispose: «Per ogni bene Allah me ne ha dati dieci simili».
'Uthman (r) fece del pozzo un lascito per i musulmani. Trascorse del tempo e le palme crescevano attorno al pozzo. Dapprima fu lo stato ottomano a prendersi cura del frutteto, poi lo stato saudita fino a raggiungere 1550 palme da dattero.
Il ministero dell’agricoltura saudita vende i datteri nei mercati e tutto il ricavato viene diviso in due parti: una destinata agli orfani e ai bisognosi, e l’altra versata in banca sul conto corrente a nome di 'Uthman ibn ‘Affan (r) gestito dal ministero degli affari islamici.
Il denaro ha continuato a crescere tanto che il ministero ha acquistato un terreno in centro città vicino alla moschea profetica per costruivi un albergo.
Ora l’albergo sta per essere terminato, e verrà affittato ad una azienda alberghiera a cinque stelle.
È previsto un ricavo di oltre 50 milioni di Rial (pari a 10 milioni di euro), metà per gli orfani e i bisognosi, e metà da versare sul conto corrente di 'Uthman ibn ‘Affan (r).
Il bello e l’incredibile è che il terreno è registrato ufficialmente in comune a nome di 'Uthman ibn ‘Affan (r).
Subhana Allah, ecco il commercio che cominciò con Allah come, dopo 14 secoli, ancora continua! Quale sarà la sua ricompensa???
Il Profeta -pace e benedizione su di lui- disse: «Ogni Profeta avrà un compagno, e il mio compagno in Paradiso sarà 'Uthman».

Traduzione a cura di Islamiqra
Video pozzo e frutteto di 'Uthman (r):
https://www.youtube.com/watch?v=HxqV6Dj2T5A